Storia di Bacchereto

Cenni storici su Bacchereto: il paese dalle dolci colline, dove arte e sapori si incontrano

Nelle fonti scritte la prima notizia su Bacchereto risale al 1138 quando gli eredi di Ser Rodolfo del fu Pietro cedono il ‘castello, curte et burgo‘ di Bacchereto al Vescvo Atto di Pistoia. All’atto notarile testimonia il presbiter de Bacareto.
La citazione del castello e della curtis attesta la presenza di una signoria quale centro amministrativo, politico e sociale a difesa del popolo e a controllo della viabilità verso la valle dell’Arno. Fino ai primi decenni del XII secolo Bacchereto è quindi una signoria rurale con un borgo fortificato, ma forse lo è già nel secolo precedente, quando Rodolfo del fu Pietro compare in un documento anche come signore del castello di Tizzana.

La comunità di villaggio racchiusa nel borgo è dotata di una chiesa dipendente dalla pieve di Seano e agli inizi del ‘200 vanta una popolazione numerosa stimabile in circa 500 abitanti, la maggior parte distribuiti nelle case sparse del territorio.
I piccoli castelli del Montalbano sono importanti punti strategici nella politica degli equilibri di confine tra Pistoia e Firenze e tra il XII e il XIV secolo i documenti raccontano di numerosi accordi e scontri tra le comunità e tra i signori feudali: da Rodolfo del fu Pietro la giurisdizione di Bacchereto passa al Vescovo di Pistoia, quindi al Comune di Pistoia che la cede definitivamente al Comune di Firenze nel 1329.

Foto aerea del colle di Bacchereto (tratta da Google Maps)

Nel 1221 si trova la prima citazione del Comune di Bacchereto ma i suoi statuti più antichi conosciuti risalgono al 1399.

Nel 1276 per la prima volta nei documenti compare la Pieve di Santa Maria a Bacchereto con le sue tre chiese suffraganee, San Giusto, Colle Ughi e Fusciano: non si conosce la data esatta dell’istituzione della pieve ma i confini del comune nel 1255 corrispondono già a quelli del plebanato di Santa Maria.

Piante di popoli e strade, Capitani di parte guelfa, 1580-1595, Pieve di Bacchereto

Dal XIV secolo a Bacchereto inizia una pregevole produzione di ceramiche che durerà per oltre 100 anni. Le fornaci ‘da fare orciuoli’ sono distribuite in tutto il popolo di Bacchereto (Mesore, Colle, Frecionaia, Treggiaia, Bilorfica, Prezone, Pozzo, Toia); le ceramiche forniscono le mense degli Spedali di Firenze, Prato e Pistoia, e le varie produzioni acquistano un valore sempre maggiore sia artigianale che artistico.
Anche a Bacchereto è presente un ospedale, ricordato come Spedale di Santa Caterina, posto fuori le mura del castello, ricovero di viandanti e pellegrini a testimonianza della frequentazione delle strade del Montalbano.

Nel XIV sec. con il passaggio di Bacchereto, Artimino e Carmignano sotto la sfera d’influenza della Repubblica Fiorentina e la pacificazione del territorio, il castello di Bacchereto perde d’importanza. La struttura difensiva, munita di mura merlate e dotata di una abitazione per il notaio, cade in rovina e con il progressivo abbandono delle strutture, depredate dei materiali da costruzione e private della loro funzione difensiva, si determina anche la scomparsa della loro memoria. Nei documenti successivi alla metà del ‘300, infatti, non c’è più alcuna traccia del castello.

Anche la produzione ceramica di Bacchereto è destinata a morire, in parte a causa dell’abbandono delle direttrici viarie che attraversavano il territorio, ma soprattutto perché soppiantata nel XV-XVI secolo dall’espansione commerciale dei fornaciai montelupini.

L’abbandono del castello di Bacchereto sembra coincidere con la nascita della Compagnia del Santissimo Sacramento che alla fine del ‘300 viene fondata sull’altare di Sant’Antonio.

La storia della fabbrica della pieve si può seguire nei resoconti delle visite pastorali che dalla fine del Trecento si susseguono con una certa regolarità, senza mai essere tuttavia particolarmente precise e dettagliate nell’indicazione delle condizioni delle strutture. Sappiamo che nei secoli successivi il patronato della pieve spetta alla comunità di Bacchereto, che all’edificio principale vengono aggiunte la sacrestia e la canonica e che nel Seicento viene costruita la sede della Compagnia contigua alla Chiesa, dov’è tutt’ora. Un fulmine rovina parte del campanile che viene quindi ricostruito, si ha notizia del rifacimento del tetto, della rimozione di un loggiato posto in facciata e di una serie di interventi sugli infissi, sugli intonaci e sugli arredi interni.
Le visite pastorali raccontano che fino al Seicento era in uso la pratica di seppellire in chiesa. Ma con la costruzione di un cimitero l’abitudine viene solo parzialmente abbandonata, poiché ancora nel ‘700 si seppelliva sotto l’altar maggiore e dentro la Compagnia.

L’incendio sviluppatosi nel 1885 nella chiesa e nelle strutture annesse ed i successivi restauri hanno cancellato buona parte delle tracce dell’antica pieve romanica, donando alla pieve di Santa Maria il suo attuale aspetto classicheggiante.

Catasto Generale Toscano, Mappe, Carmignano, 70, sezione Bacchereto, 1820-1

La chiesa di Santa Maria ha ed ha avuto un ruolo di grande importanza per la comunità baccheretana, costituendone per centinaia di anni l’identità culturale. In vista dell’allestimento dell’esposizione storico-archeologica nelle cantine della canonica che comporterà inevitabili modifiche agli ambienti, è indispensabile conservare la memoria sia delle fasi di vita più antiche sia delle vicende più recenti. Facendo rivivere gli eventi e gli uomini che hanno formato la comunità di Bacchereto, il castello e la sua storia potranno tornare ad essere un punto di riferimento per il paese.

Sulla struttura è in corso lo studio per il recupero della Compagnia ed una indagine storico-archeologica.

Sezione longitudinale

Sezione trasversale

Ricostruzione